James Bond, agente al servizio di sua maestà britannica, viene mandato in Giamaica per indagare su due omicidi misteriosi. Con una fanciulla locale che si è offerta di fargli da guida, Bond giunge a Crab Key, rifugio del prof. Dent e del dr. No. Catturato, Bond viene a sapere dei loschi piani di No nei confronti dei missili americani, ma con abile colpo di mano fugge con la fanciulla dopo aver distrutto il rifugio.
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Dopo un primo, timido tentativo nella serie TV Climax!, finalmente viene partorito il primo lungometraggio ufficiale incentrato su un personaggio già famoso allora, e che oggi è diventato parte della cultura popolare: James Bond, l'Agente 007. E questo, secondo me, è già un valido motivo per guardarselo: perché, se non avessero fatto questo, non avrebbero potuto farne altri (in origine fu scelto l'adattamento del romanzo "Dr No" proprio perché meno costoso). Per quanto riguarda il film in sé, quello è un altro paio di maniche: nonostante Licenza di uccidere garantisca senza dubbio un paio d'ore in allegria, non si può dire che sia perfetto. La regia è buona, ma senza particolari guizzi, la sceneggiatura lo stesso, anche se forse sono state proprio caratteristiche del copione (il vodka martini, la presentazione di sé stesso del personaggio principale) a decretare il successo della pellicola. Il ritmo è decente e l'intreccio godibile quanto basta, questo anche grazie a delle interpretazioni decisamente promosse (Connery su tutti), ma la noia è dietro l'angolo, complice la sostanziale mancanza di azione e l'assoluta prevedibilità della trama, sviluppata in modo non proprio originale. Alla fine, l'unica cosa che tiene alta l'attenzione, è quel misterioso fascino che caratterizza tutte le vecchie pellicole e il fatto che s tratti del capostipite di una serie esistente ancora oggi. E, una volta tanto, queste ragioni sono più che sufficienti.